GALASSIE IN COLLISIONE INTERAGENTI
Giulio Scarfi
Associazione
Astrofili Spezzini
Prima o poi tutti
gli astrofili si sono imbattuti nell'osservazione del 51^ oggetto catalogato da
Messier, sicuramente la più bella e famosa coppia di galassie interagenti
visibili nell'emisfero nord. Soprannominata Wirpool (che in inglese significa
"vortice") tale coppia di galassie è classificata nel catalogo N.G.C.
dalle sigle 5194 e 5195 (la più piccola). Proprio l'osservazione del ponte di
materia che collega questi due sistemi sarà la cosa che più attirerà la
nostra attenzione e che ci darà anche modo di valutare la trasparenza del
nostro cielo.
Le galassie interagenti gravitazionalmente o in fase di collisione sono sicuramente tra gli oggetti con le forme più bizzarre ed originali che possiamo trovare nell'universo. Anche se sono relativamente numerosi, circa il 3% di tutte le galassie, la loro osservazione visuale e fotografica risulta spesso molto difficoltosa a causa della bassa luminosità superficiale di questi oggetti.
Inoltre i
"ponti" i "getti" gli "archi" che sono formazioni
tipiche di questi oggetti e che li rendono così originali, possiedono spesso
una luminosità superficiale più bassa della galassia stessa. Un discorso a
parte riguarda invece l'uso del C.C.D. che anche in questo caso a causa della
sua alta sensibilità è di importanza fondamentale nella ripresa di questi
oggetti.
Nel 1917
C.O.Lampland notò dallo studio di lastre fotografiche perfezionate che da due
"nebulose" denominate N.G.C. 4038-4039 già catalogate nel 1888,
partivano due lunghi e deboli filamenti in direzione opposta ed in modo
simmetrico. Nel 1921 questo oggetto fu nuovamente fotografato dal telescopio di
2.5 m di diametro dell'Osservatorio di Mount Wilson e fu allora che vennero
osservate con più attenzione e soprannominate, a causa della loro forma
assomigliante alle antenne di un insetto, con il nome di "Antenne".
Tale sistema stellare dista da noi appena 50 miloni di anni luce. All'interno di
tale distanza infatti sono presenti solo un migliaio di galassie. Prima di
allora un solo altro oggetto di forma peculiare era conosciuto: il getto di
M-87.
Nel 1924 Edwin P.
Hubble giungeva alla conclusione che molti oggetti di apparente forma nebulare
erano in realtà galassie .
Per molti decenni
però anche se la ricerca astronomica extragalattica faceva passi da gigante la
relativa bassa sensibilità della strumentazione allora disponibile aveva
inpedito la scoperta di galassie contenenti le caratteristiche forme di
"ciuffi", "pennacchi", "filamenti",
"getti" e "ponti" tipiche delle galassie interagenti. Dal
1949 al 1956 con l'entrata in funzione del mitico 5 metri di Mount Palomar
vennero fotografati i tre quarti di tutto il cielo e la conseguente
compilazione del Palomar Sky Survey .Lo studio di questo atlante permise la
scoperta di numerosissime galassie peculiari, molte di più di quelle che ci si
aspettava dalle teorie di allora. Nel 1959 l'astronomo russo B.A.
Vorontsov-Velyanimov compilò il
primo catalogo di galassie interagenti comprendente già 355 oggetti. Ma nel
1966 Halton C. Arp compilò l'
Atlas of Peculiar Galaxies che ancora oggi viene considerato il punto di
riferimento per la catalogazione di sistemi di galassie interagenti.
F. Zwicky però
fu il primo a notare agli inizi degli ani 50' che questi strani oggetti erano
per la maggior parte composti da almeno due o più galassie. Tale semplice
cosiderazione portò alla conclusione che queste strane forme erano la diretta
conseguenza di intense forze mareali presenti in questi sistemi. Per qualche
anno poi le teorie rigurdanti le galassie interagenti subirono un rallentamento
ed in un momento anche una recessione quando cioè con l'avvento della
radioastronomia era sembrato che l'interazione tra due o
più glalassie provocasse delle fortissime emissioni radio. Questo errore
fu provocato sia dalla poca esperienza nelle osservazioni radiastrononmiche sia
da una serie di casuali e relative vicinanze prospettiche tra galassie
interagenti e oggetti emittenti nel dominio radio. E' da notare comunque che
particelle fortemente accelerate dalle forze mareali in gioco producono deboli
emissioni anche nelle onde radio.
Dal 1960 al 1970
l'avvento dei supercalcolatori ha dato inizio ad uno studio più serio ed
approfonditi di questi fenomeni. Si potevano infatti simulare scontri o
interazioni tra due galassie descritte ognuna da una matrice di 350 punti in
appena cinque minuti. L'applicazione poi delle più recenti teorie
gravitazionali ha dato poi la conferma delle osservazioni infatti i modelli al
calcolatore riproducevano esattamente le forme osservate. Attualmente le
simulazioni al calcolatore riguardanti le galassie in collisione rappresentano
la singola galassia con una matrice di 44.000 punti.
LA TEORIA
Anche le galassie
si comportano come entità sociali poichè tendono a riunirsi in gruppi composti
anche da migliaia di componenti. Conseguentemente è molto probabile che due o
più galassie possano collidere tra loro e interagire gravitazionalmente.
Considerando inoltre l'età dell'universo, valutata intorno ai quindici miliardi
di anni,la probabilità che questo evento si verifichi diventa relativamente
elevata. Recenti studi condotti da astronomi professionisti dimostrano che
questi eventi riguardino circa il 3% di tutte le galassie e quindi il numero
degli oggetti interessati è molto alto.
I più recenti
modelli al calcolatore sembrano inoltre evidenziare che queste collisioni
influiscano profondamente sull'evoluzione delle galassie portando addirittura
alla formazione di quei sistemi lontani e luminosissimi che prendono il nome di
quasar.
La collisione tra
due o più galassie è un fenomeno molto diverso dalle collisioni che conosciamo
nella vita quotidiana. Le distanze tra le stelle sono così grandi che anche nel
caso di uno scontro tra galassie molto estese e di grande massa le collisioni
vere e proprie tra le stelle sono comunque rarissime Molto più importanti
invece sono le interazioni gravitazionali che avvengono
tra questi oggetti che risultano quindi deformati sotto l'azione di
intense forze mareali.
La velocità di
avvicinamento risulta quindi una variabile fondamentale ai fini dell'interazione
gravitazionale tra le due galassie. Più bassa sarà e comunque nell'ordine di
qualche centinaio di chilometri al secondo e maggiori saranno le forze
gravitazionali in gioco mentre nel caso risultasse più elevata nell'ordine
delle migliaia di chilometri al secondo le due galassie potrebbero addirittura
attraversarsi senza produrre nessun effetto mareale. Nel primo caso in cui la
velocità di collisione sia relativamente bassa le forze gravitazionali
porteranno alla fusione dei due oggetti e alla formazione di un unica nuova
galassia.
Quando due
galassie iniziano ad interagire gravitazionalmente le forze mareali tendono a
defornarle reciprocamente formando protuberanze, ponti di materia,
nuove braccia e altre strane formazioni tipiche di questi oggetti.
L'interazione
inoltre porta alla formazione di intensi fronti d'onda d'urto che comprimono il
gas portando alla formazione di nuove stelle e gusci sia luminosi che di materia
oscora. Non dimentichiamo poi, che anche la abbondantissima materia oscora
presente nelle galassie, che è sicuramente maggiore di quella visibile,
collabora alle intense interazioni gravitazionali.
I ponti ed i
getti di materia sono sicuramente le formazioni più tipiche di questi oggetti
così peculiari. Mentre i primi si formano durante il processo
di avvicinamento o di allontanamento e che a differenza del nome solo
raramente collegano le due galassie. i secondi avvengono a causa dell'espulsione
di grandi quantità di materia dal lato opposto della direzione di avvicinamento
dei due oggetti.
A seconda del
tipo di galassia e dellla geometria del fenomeno le interazioni possono formare
anche nuovi bracci a spirale, amasse di detriti che si muovono su orbite
perpendicolari al piano della galasssia, ad anelli di stelle e gas ed a
filamenti luminosi.Certe galassie pur apparendo ormai senza la compagna
presentano forme così strane da evidenziare la fusione avuta in precedenza.
Generalmente dopo
il primo incontro le due galassie rimangono intrappolate in un unico campo
gravitazionale ed iniziano a muoversi molto vicine intorno ad un unico centro
gravitazionale.Questo processo è la causa di ulteriori collisioni che nel
raggio di alcune centinaia di milioni di anni portano alla fusione ed alla
formazione di un unico oggetto. Sopratutto se una delle due compagne possiede
una massa molto superiore alla seconda, il risultato che ne consegue è una
galassia ellittica formata da gusci di stelle.
Generalmente
durante il processo di collisione vi è un grande numero di nuove stelle in
formazione poichè i residui gassosi precedentemente presenti nelle due galassie
formano imponenti fronti d'urto che li comprimono. Tali galassie infatti
emettono ora prevalentemente nel blu ed in pratica subiscono un processo di
ringiovanimento.
Le simulazioni al
calcolatore spiegherebbero inoltre l' origine e l'evoluzione di una classe di
galassie poco studiata ma molto presenti nell'universo: le ellittiche. Tali
oggetti si incontrano in tutto l'universo e tendono a concentrarsi in grandi
ammassi composti anche da migliaia di membri.
Le differenze
fisiche e chimiche principali rispetto alle altre classi di galassie rigurada la
quasi totale assenza di gas interstellare e la grande casualità delle orbite
stellari che non si trovano tutte a giacere su un unico piano. Non si è ancora
del tutto certi ma sembra che tali galassie possano essersi formate a causa di
un processo di fusione tra due galassie originarie. Sembra infatti plausibile
che i campi gravitazionali fortemente variabili che si sviluppano durante la
collisione o fusione tra due galassie possano rimescolare in maniera casuale le
orbite delle stelle dando vita ad un aggregato disordinato. La presenza di
questa classe di galassie soprattutto in grandi ammassi sembra accreditare
questa teoria poichè nei grandi ammassi di galassie gli eventi di interazione e
fusione hanno maggiori possibilità di avvenire. Le simulazioni al calcolatore
riguardanti questi fenomeni dimostra che i profili di luminosità dei prodotti
di queste fusioni sono identici a quelli delle galassie ellittiche.
Non tutte le
proprietà delle galassie ellittiche possono essere spiegate invocando il
fenomeno della fusione di due o più galassie. Ad esempio questo non
spiegherebbe perchè quelle più luminose ruotino a velocità diverse da quelle
meno luminose, poi vi è il problema che in certi ammassi di galassie dove vi è
poca possibilità di interazioni vi siano invece presenti un grande numero di
galassie ellittiche.
Gli ammassi di
Ercole e della Chioma di Berenice sono due splendidi esempi in appoggio a queste
teorie. Il primo contiene solo galassie a spirale in fase di interazione, mentre
il secondo, composto quasi esclusivamente da galassie ellittiche sembrerebbe
trovarsi in uno stadio più evoluto.
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